“Ad ogni passaggio, ad ogni forma dell’esserci di un elemento, ne segue la sua assenza. Quel che resta di un passaggio è il sedimento, testimone dell’assenza. In questa analisi alchemica dell’essere al mondo, Raffaella Busdon vivifica le superfici dipinte con ossidi di metalli che agiscono in autonomia sul pannello che verrà dipinto.
Quella che comunemente chiamiamo tela è in questo caso testimone di un incontro di elementi a noi sconosciuti che hanno lasciato quel sedimento.
La pittura è un pretesto per trascinare lo sguardo in uno spazio dove i significati si scardinano e non esiste più dell’articolo della rappresentazione. Siamo nello spazio del sacro dove ogni cosa è se stessa e anche altro, abbiamo incontrato la contaminazione dei significati attraverso quel che resta del loro passaggio.
L’opera più chiara in questo senso è, un mio avviso, controllato da volti trasparenti -quasi invisibili-, colpiti dalla luce, proiettano un’ombra che li rende presenti. Quello è il sedimento, quella è l’opera. La luce è elemento essenziale per la presenza dell’opera; l’ombra, il precipitato, non è il risultato del rapporto tra il corpo oggettivo e la luce, l’ombra è il corpo significativo dell’opera di Raffaella Busdon. ” (Enea Chersicola)
“La materia prima è materia grezza, è un viaggio a togliere, in tensione evolutiva sempre in bilico tra quel” essere e dover essere “, tra il piombo e l’oro.
Sulla superficie visivamente e strutturalmente installata, lascio affiorare i corpi e sguardi in cerca di contatto, presenze mai definitivamente concluse. Accenni di una vicinanza possibile. “ (R. Busdon)