“Asia” – olio su policarbonato e collage cm 100 x cm 70
“03” – olio su policarbonato e collage cm 100 x cm 70
“Nicolas” – olio su policarbonato e collage cm 100 x cm 70
“01” – olio su policarbonato e collage cm 100 x cm 70
“02” – olio su policarbonato e collage cm 100 x cm 70
“05” – olio su policarbonato e collage cm 100 x cm 70
“06” – olio su policarbonato e collage cm 100 x cm 70
“La pittura densa, corposa di Raffaella Busdon è una ricerca costante. In lei maturano insieme il pensiero – la formulazione di interrogativi, la spinta a trovare risposte e motivazioni a quel nodo complesso che è la vita – e le modalità espressive che intendono visualizzare questo impulso interiore. Contenuti e linguaggio, dentro e fuori, vanno di pari passo. Questa volta si tratta di “INNESTI”, col complemento in profondità di “sconfinato abisso” ed “eterna primavera”.
E di innesti veramente si tratta, immettendo nei giovani corpi classicamente concepiti, immaginari estranei: fiori, esplosioni, portaerei… che imprimono una sorta di marchio di riconoscimento, indicano un filone, un orientamento da coltivare che diventerà scelta di vita. Sono le primavere che si affacciano sul percorso esistenziale tutto da compiere. E ci sono, per contrasto, i corpi primigeni, gli ominidi oscuri con il vuoto al centro, colmato da un tabernacolo, sinonimo di luce. La luce che illumina le menti, fa individuare i percorsi, fa crescere ed è determinante nel lavoro di Raffaella Busdon. I tabernacoli si accumulano in installazioni, coacervi di luce, accentuando la sacralità dell’operazione artistica che diventa rito.
L’innovazione del concetto – gli innesti – fa cambiare la tecnica. La texture pittorica introdotta nei corpi assume le sembianze della fotografia perché dipinta su un foglio di policarbonato che la rende lucida e trasparente.
Giovani dunque con il destino impresso nel corpo e ominidi terragni in divenire che salgono dagli abissi per aprirsi alla luce. Il tutto in una dimensione sacrale che riconduce alla terra da cui proveniamo, luogo della coltivazione, e quindi della “cultura” in senso onnicomprensivo. Gli innesti, le connessioni di etimi e di concetti, nello stretto legame tra idea e sua concreta realizzazione, costituiscono il tessuto della “cultura”.”
(Maria Campitelli)